lunedì 4 giugno 2007

l'insonnne che vi salva




questi sono gli effetti del centro sinistra:
si nazionalizza l'energia elettrica,
si sgretolano le famiglie...

Se non ci fosse il video a testimoniarlo direi che questa frase è la citazione di un articolo scritto da un sostenitore del Family Day, oppure la trascrizione di una conversazione fatta in un bar.
Invece, è tratto dal un film del 1963. "Gli onorevoli" di Sergio Corbucci, famoso per il vota-antonio-vota-antonio-vota-antonio, sembra essere d'attualità.

Peccato che oggi di politici nelle fiction e nei film italiani non c'è traccia. La politica è in crisi. Sembra la scoperta di questi giorni. I giornali e gli opinionisti sono bravissimi a parlarsi addosso e a scoprire litri di acqua calda. Bastava guardare con occhio attento un Medico in famiglia oppure Incantesimo per capirlo. Nella televisione, e nel cinema, vengono raccontate narrazioni collettive: quelle che una volta erano le favole nazionali oggi sono le fiction. E proprio perchè si tende a preferire un sistema immaginario a noi familiare, le fiction e i film di maggior successo sono in qualche modo riflesso di rappresentazioni e "habitus" presenti nella società. Non è un caso allora che la politica sia scomparsa dalle narrazioni contemporanee. La politica ha i suoi spazi, ha il suo pubblico, ha il suo palinsesto, ha il suo linguaggio. Entra nelle case, ma non è familiare.

In questi giorni, dunque, si scopre che la politica è in crisi. La cosa divertente è che si parla e si scrive del "partito dell'antipolitica" che punta al potere. Riassumendo: c'è qualche antipolitico che vorrebbe diventare politico per arrivare al potere politico. Qualcosa non va. Forse l'antipolitico non è del tutto tale. E' come uno che sostiene che odia il calcio, ma vorrebbe diventare un calciatore per giocare in una squadra di calcio...e vincere il campionato!
Chi scrive di crisi della politica non ha altri modelli se non quelli istituzionalizzati. Deve per forza fare riferimento a un "partito dell'antipolitica", se no impazzisce! Chi parla dal palco della Confindustria deve avere la prospettiva del potere, se no impazzisce! Poveretti, fanno gli intellettuali e i potenti ma sono dei poveretti che ignorano, degli ignoranti.
A parte queste clamorose incongruenze, che svelano il grande bluf del giochino in atto, si può rispondere costruendo la stagione dell'anti-potere.

Chi scrive di crisi della politica oggi non sa (o forse lo sa e non vuole ammetterlo) che c'è differenza tra consenso e legittimità. Posso pure avere valanghe di voti, ma questo non dice niente sulla legittimità che mi viene accordata dai cittadini. Quando si sente parlare della scelta del "male minore" alle elezioni è proprio una crisi di legittimità che si sta comunicando. Crisi di legittimità è crisi di fiducia, è qualcosa di interiormente vissuto. Il capitale di fiducia della classe politica verso i cittadini è vicino allo zero. Ma nessuno si accorge di questo stato di indigenza. Al Sud si va tranquillamente avanti con il clientelismo di nuova generazione; al Nord si fa leva sulle tasche della gente e così, serenamente, si vivacchia. E tutti vissero Servili e contenti.

Sempre più stanchi e servili continuiamo a subire modelli che servono a riprodurre il potere dei soliti noti e notabili. Noialtri, i senza-potere non abbiamo altra soluzione che rifugiarci in qualche dolce finzione in cui la politica non crea problema, perchè semplicemente non c'è. Un sistema immaginario a noi familiare...un sistema in cui questa classe politica non c'è. Un sogno, appunto.

Italiani dormite pure,borghesi pantofolai, tanto qui c'è l'insonne che vi salva.. mentre voi dormite La Trippa lavora...

1 commento:

Anonimo ha detto...

e dire che mi stavi antipatico.
giuro. avevo una smorfia immediata appena ti incontravo e temo di non averla mai nascosta bene. tant'è che, forse per nostalgia di un pregiudizio nei tuoi confronti, ancora, incontrandoti, mi viene da pensare "che antipatico!". ed invece ti ho letto con piacere tempo fa e torno a falo oggi per curiosità.
sei molto in gamba.
ma davvero molto.
mi fa anche piacere che l'azione cattolica si arricchisca di un punto di vista critico e vitale come il tuo.
vorrei sapere come vivi la tua dimensione di laico che crede nella laicità come valore irrinuciabile in una terra come la nostra che ha trasformato la religione e la devozione popolare (devozione nel favore e nel clientelismo) in una spenta rassegnazione. spenta e muta.
tu che scrivi, scrivi bene, hai il guizzo della persona che sa stare a galla e crede ancora nella giustizia. o che almeno da qualche parte esista.
in questa terra di mafia tu vuoi restare? in questa chiesa che poverella torna ad esser oscurantista perché spaventata dai nuovi poteri, tu vuoi restare?
grazie. ti guarderò meno torva,d'ora in poi, giuro!!!!