domenica 23 marzo 2008

Cristo è Risorto


foto di André

Della veglia nella notte di Pasqua mi affascina sempre il buio che si illumina con le tante fiammelle: precarie, fioche, tremanti. Insieme, però, il buio non è più buio. Ho visto la chiesa al buio. Il buio dentro non è più tale, se ognuno tiene viva la propria fiammella, per quanto fioca essa sia. Non importa altro, se non tenerla viva. E' la luce che parte dal cero Pasquale benedetto. Il fuoco si moltiplica per divisione, come l'amore.
Tante fiammelle, da un unico cero acceso. Come i cristiani: tutto è partito da quella corsa delle donne ad annunciare che Cristo è Risorto! Da allora non si è smesso più, anche se speso siamo distratti e pensiamo ad altro.
Tutto parte da lì, da quella corsa con il cuore in gola. Per andare a dire che Cristo è Risorto, davvero! La gioia avrà confuso le parole di quelle donne. Una gioia incontenibile, come quando scopriamo di essere felici. Come quando riceviamo il dono più bello. Come quando si realizza una promessa. Come quando scopri che non è tra i morti che bisogna cercare Cristo, ma tra i vivi.
Imparo ad amare, imparando che l'amore è un "eccomi". Imparo a "vedere credendo".
C'è un Angelo,davanti a una tomba vuota..dice che la morte è vinta!
BUONA PASQUA!

venerdì 7 marzo 2008

Persepolis (o riflessioni sul "ridurre danneggiando progressivamente")



In un cinema della mia città alle 16 di un pomeriggio infrasettimanale sono andato a vedere un film bellissimo: Persepolis. Un film di animazione sulla storia recente dell'Iran. Non scriverò una recensione, non ne sarei capace.
Sfoglio il "calendario eventi" di questa settimana, e tra le tante proposte per questo sabato 8 marzo leggo: "Serata Top secret dedicata alle donne"; in una discoteca poi si "festeggerà" con un gruppo di spogliarellisti, e la lista continua. E' il business del divertimento, vero. E' il consumismo, baby! Mi pare però che ciò che più è "consumato" (nel senso di "ridurre danneggiando progressivamente") è la memoria. Siamo smemorati. La smemoratezza rende l'8 marzo una "festa", con le mimose e gli spogliarelli per celebrare chissà che cosa e chissà chi. Una specie di concessione maschilista, una volta l'anno facciamo finta che siamo sullo stesso piano.
Lo stesso è per i candidati, che possono dire tutto e il giorno dopo l'esatto contrario.
Lo stesso è per le leggi: senza memoria, per esempio, quello che era una conquista per contrastare tanti abusi e regolare delle sofferenze, oggi sembra essere un capriccio. E a volte rischia di esserlo davvero.
La smemoratezza ci frammenta e ci frantuma. Senza memoria, dunque, non si può essere "integri e coerenti" (chi ha visto o vedrà il film capirà perché uso questi due aggettivi). Senza memoria non c'è coscienza di sé e non c'è coscienza politica.
L'8 marzo è un sabato. Se volete fare (o farvi) un bel regalo andate a vedere Persepolis. E' un'occasione, per quelli come noi cresciuti in tempi di pace e di libertà. Un'occasione per ricordarci che senza memoria la libertà la stiamo "consumando" (nel senso di "ridurre danneggiando progressivamente").

lunedì 3 marzo 2008

sarà una colata che vi seppellirà

Abito a Rende (provincia di Cosenza), circondato da cemento che cola, interessi di costruttori, amministratori locali, e un piano regolatore che non regola un bel niente. In attesa di scrivere qualcosa in più su questo, facciamoci due risate -tra il dolce e l'amaro vista la poca distanza con la realtà calabrese- con l'ecomostro di Cetto La Qualunque.