sabato 24 marzo 2007

nella tua stanza



Chi mi conosce sa che l'ordine non mi appartiene.
Questo pomeriggio ho preso a mettere ordine nella mia stanza.
"Stanza" è un luogo fisico, ma in realtà per ognuno di noi è qualcosa di più, di molto di più. Come la casa, del resto.
La mia stanza mi racconta, e dalla mia stanza mi lascio raccontare. Chi è disordinato come me conosce bene alcuni pericoli: ritrovi scontrini, vecchi biglietti, lettere, ricordi. Poi ognuno reagisce diversamente. Ogni oggetto ha il suo senso, e dovrebbe avere il suo posto. Attraverso le cose possiamo raccontarci: le cose così come sono messe e così dove sono messe ci raccontano. Dalle cose della tua stanza puoi ascoltare e vedere un racconto. Con l'occhio attento ai particolari dalla tua stanza puoi capire tante cose. Ci sono pezzi di tempo che hai fermato, passaggi di vita che hai messo in un angolo nascosto ma che non vuoi gettare; altre cose sono ben visibili, come "monito", e come segno di una piccola transizione. Ci sono stanze che sembrano musei, quasi a dire a tutti (e a te) che non vuoi cambiare. E continui ad arricchire di frasi il racconto della tua stanza, aspettando forse l'occhio attento che sappia riconoscere quell'alfabeto. Continui a "ordinare" per difesa o per una buona abitudine; continui a lavorare su argini che sai che tra un po' cederanno...e tornerai a "mettere ordine", lasciando pezzi di quegli argini. Sono cose che hai vissuto, ti rimangono pezzi, capitoli sparsi, molti appunti. Aspetti un ordine finale, una ricomposizione di tutte quelle cose che non hai gettato perchè...neanche tu lo sai, ma sai che sono cose che non si gettano.
In attesa della ricomposisione, metti ordine nella tua stanza sapendo che non passerà molto tempo prima che tu ci rimetta mano. E' questo il gioco della nostra vita oggi.

lunedì 19 marzo 2007

Alla fine ce l’abbiamo fatta!



Con oggi termina Fiera InMensa 2007.
Pubblico un pezzo scritto da Andrea, un mio grande amico che non si convince ad aprire un blog...non sa cosa ci perdiamo!

Alla fine ce l’abbiamo fatta!
In tutti i sensi sarebbe il caso di dire. Fra visi e occhi che comunicavano gioia, fra il cibo che finiva sempre e la pentola del riso sempre pronta sul fuoco, fra una zimpunia a volte assordante e fastidiosa per i santi medici e infermieri dell’ambulatorio, fra i comunicati stampa mancati e limati, fra le riunioni al chiaro di luna, telefonate rubate dai posti più strani, parole che potevano degenerare, siamo qui!
E’ la forza della gente, delle donne e degli uomini di questa città, delle associazioni, della trasversalità, del rispetto reciproco!
E lasciatecelo dire: che questa classe politica prenda esempio da questa esperienza che coinvolge un’intera città. Che per una volta si sforzi di tendere l’orecchio all’ascolto della società civile, che esprime idee, novità, innovazioni, creatività, contaminazioni. La situazione è abbastanza chiara: se da un lato la società civile esprime novità e creatività, tanto da far rivivere 365 giorni l’anno un posto dismesso come Stella cometa (ex deposito Fcl), dall’altro la classe politica, soprattutto in questa terra, non riesce più ad esprimere nulla che sia vicino ai bisogni della gente. Che a qualcuno non venga in mente di far morire questo posto per metterci sopra cemento armato!
Arrivederci all’anno prossimo….

ANDREA

sabato 17 marzo 2007

Fiera InMensa 2007

C'è aria di festa a Fiera InMensa.
Fiera InMensa è una festa. Festa: non c'è parola più adatta. Chi la guarda vedendovi una mensa, sbaglia. Chi la guarda vedendovi dell'elemosina e dei "poveretti", sbaglia. A Fiera InMensa basta poco per capire che c'è qualcosa di diverso nell'aria. C'è la musica dei fratelli senegalesi, le treccine perfette fatte da alcune donne ad alcune giovani volontarie, anche le strane richieste dei più "furbi" hanno come cornice un sorriso.
Ci si accoglie. Ecco che succede. Si crea calore: nella fatica del servizio da parte dei volontari; nella fatica di una vita intera da parte dei fratelli e delle sorelle ambulanti. Ci si accoglie, a vicenda. Sbaglia chi pensa che vai lì per fare del bene, perchè Fiera InMensa TI fa del bene.
Ti fai del bene ogni volta che esci dalle preoccupazioni private e recintate, e vai verso l'altro. Ogni volta che senti che il cuore ti si sta aprendo, ti fai del bene. Ogni volta che intuisci che da solo non ti realizzi! Ti realizzi insieme agli altri.
E' una festa, ci si accoglie.
Tanti problemi, anche quest'anno. Ci vediamo domani pomeriggio (alle 17 a Stella Cometa) per parlarne con tutti. Resta la gioia, ma anche l'amaro in bocca per una politica che è sempre più "fuori tempo", "fuori luogo", "fuori testa". La politica non c'è, nonostante siamo coscienti che "facciamo politica", quando ci domandiamo certe cose, quando proviamo a farci carico di alcune situazioni. Qui si crea poltica, Fiera InMensa è pure un laboratorio.
Nel silenzio di chi serve a partire dal cuore, ci appartiene la logica di don Milani: "fai strada, senza farti strada". Stiamo testimoniando una città diversa, una comunità cristiana che accoglie, o almeno ci proviamo.

giovedì 15 marzo 2007

...nottetempo...




C'è fila nei pensieri, nottetempo.
Riguardo la giornata, nottetempo.
Rileggo un po' di momenti. Ringrazio.
Confermo o cerco di trasformare.
Nottetempo, quanti verbi potrei usare!
C'è la mia storia, c'è una foto, c'è attesa.
C'è la storia di FieraInMensa ...
E i pensieri si mettono in fila. Alcuni, come puoi immaginare, non hanno l'abitudine a rispettare la fila! Altri sono sempre lì, un po' timidi, ad aspettare una tua attenzione.
I pensieri, in fila.
Alcuni si impongono, altri sanno aspettare.
E c'è la realtà, che se non stai attento in tutta quella fila di pensieri si affaccia e torna indietro. Tanto è tranquilla, lei; tanto c'è, è "presente". E lo sa bene. Si sente superiore a quella fila chiassosa, può pure evitare di spingere per passare. Si affaccia e torna indietro..."tu comunque, da me ritorni", ti dice con un sorriso la realtà. Nottetempo.

sabato 10 marzo 2007

dedicato...



...a chi con me ha suonato questo pezzo
a chi si commuove ascoltandolo
a chi sorride ascoltandolo dal cielo
a chi andrà a leggere il testo
a chi lo vorrà tradotto
a chi ha ali per vivere più in alto
a chi dall'alto ci resta così vicino
a chi ali per essere un angelo.

A chi legge cose su questo blog che solo lei può capire.

A chi "l'amicizia in Cristo ha tutto un altro sapore".

A chi dovrebbe parlarmi
a chi mi ha detto tutto.

A chi dovrei parlare
a chi ho detto tutto.

A chi ho lasciato
a chi era tutto
a chi vorrei chiedere perdono.

A chi usa i punti sospensivi
a chi ha il coraggio del punto e a capo.

A chi "resta"
a chi "sta dentro"
a chi "accompagna"
a chi "guarda dentro"
a chi "mette radici e usa le ali"
a chi ha messo mano all'aratro
a chi si ferma per controllare il solco
a chi è povero
a chi cerca un angelo

e quell'angelo è già stato donato
e quell'angelo già ti vive accanto.

giovedì 8 marzo 2007

L'amore non muore, partorisce



...molti dicono che lui sia morto, ma noi che lo conoscevamo bene sappiamo che non si tratta di morte, ma di parto.
Perché si può nascere in tanti modi...

martedì 6 marzo 2007

Dov'è il vostro tesoro...

Esercizi spirituali. Prima della partenza passi un po' di tempo a pensare alle aspettative, e a qualche timore che hai. Forse questo era uno stare "protesi verso", oppure era una sottile tentazione di "dare una forma" prima nella testa. Un modo sottile di non stare con i piedi per terra. Credo sia entrambe le cose, il punto sta nel peso che dai all'una o all'altra.
Ma ogni tentativo (o tentazione) di dare una forma prima, impatta meravigliosamente con la Grazia, che è sempre sovrabbondante: "una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo" (Lc 6, 36-38). E ti ricorda che non c'è forma che tenga, non c'è misura che regga, quando sei disposto a ricevere il dono di Dio.
Il silenzio lo senti scavare, a volte con forza e un po' di dolore, lo senti mettere radici. Sei povero, ma non sei solo: con le tue preoccupazioni, con i bisogni a cui hai dato troppo potere di renderti felice, con le tue fughe in una immagine di realtà che non c'è. Sei povero, perché ti senti sazio, ma sei sazio di aria e anidride carbonica: un po' come pranzare solo con la Coca Cola. Sei povero, confuso, e capisci che di questa povertà Dio è innamorato e per Amore s'è fatto a piedi la distanza che c'è tra cielo e terra, tra infinito e infinitamente piccolo. L'esercizio diventa liberarti dalle bollicine frizzanti che gonfiano e non nutrono. L'esercizio diventa stare con i piedi per terra, nella tua realtà: è qui, è oggi che ricevi i doni di Dio. L'esercizio è "farsi borse che non invecchiano", capire che la vita non è vivere solo per saziare dei bisogni. Perché Dio sa quello di cui hai bisogno, e te lo dona, e te lo prepara.
Dov'è il mio tesoro? A cosa ho dato lo scettro della mia felicità? Perché è verso quel tesoro che noi tendiamo, è quel tesoro che ci vive dentro e ci orienta. Capire a quale tesoro stai rivolgendo i passi è molto importante: è il "tesoro inesauribile nei cieli"? Oppure è il tesoro fatto di bisogni immediati, di egoismo, fatto di poca fede e troppa fretta?
Qualcuno mi ha detto di avere lasciato il cuore a Paola (dove si è svolto il ritiro). Io non capivo cosa volesse dire. Ma mi diceva una cosa vera: in quei giorni intuisci il Tesoro, lo intravedi, ne fai una povera e bellissima esperienza nel silenzio. Poi nei giorni quotidiani quel silenzio diventa il punto da cui riparti, verso cui ti rivolgi di tanto in tanto per ripassare le coordinate, immerso nelle bollicine frizzanti!
Per non lasciare il Tesoro appeso a quel punto, c'è da colmare la distanza tra Paola e casa tua. Anche a piedi se necessario. Questo vuol dire che il cammino continua, anzi riparte.

Dov'è il nostro tesoro, là sarà anche il nostro cuore.