giovedì 19 aprile 2007

matite nelle mani


Foto di Andrè

Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!
Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro.
E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
Carlo Carretto



Ho qui davanti una matita, regalatami dagli amici del Movimento Giovanile Missionario. Riporta una famosa frase attribuita a madre Teresa di Calcutta: "io non sono che una piccola matita nelle mani di Dio".
Riconoscersi nelle mani di Dio è lasciarsi trasportare, è affidarsi. Sì! perché le nostre vie non sono le Sue vie, e i nostri disegni non sono i Suoi disegni. E allora non resta che diventare matite. Le nostre povere matite disegnano progetti, programmi e proposte, ma sono sempre matite nostre. Lo sforzo è proprio quello di lasciarsi "afferrare", per diminuire l'importanza delle nostre punte di grafite e aumentare quella di Dio. Dovremmo chiedere la grazia di lavorare per scomparire, diminuire noi per lasciare spazio all'Altro e al progetto di Dio. È tanto difficile, siamo ingordi di "io", ma è una tensione necessaria: una mano tesa verso l'alto, come uno sforzo, come una preghiera.

5 commenti:

don Tommaso ha detto...

Questa amata,amabile e odiosa Chiesa...
non è spirito di emulazione il mio, ma mi ritrovo sempre più nelle parole di fr Carlo Carretto. Ma mi accorgo che contribuisco anch'io a cambiarla nel bene e nel male; quindi mi sento sempre più responsabile e come e Madre Teresa correi essere una "matita nelle mani di Dio".
ciao
Grazie

Anonimo ha detto...

"Chiedere la grazia di lavorare per scomparire". Sai si sperimenta tante volte che anche se non sei tu a chiederla perchè sei ingorda di io Lui continua a disegnare e imbeve la matita in inchiostro simpatico. Lo immagino sorridere quel Gesù..perchè sa che quando anche quando non si capisce nulla LUI ci conduce per mano verso il mio, il nostro posto nella costruzione del suo Regno e del Suo sogno.

Anonimo ha detto...

bellissimo questo brano di carlo carretto. tanto più se si pensa alla sua storia. se lo si rivede attraverso il pensiero di tutto ciò che ha passato lui...è ancora più bello leggere queste parole. anche io mi ci ritrovo molto. cercherò in questa fase della mia vita e della Chiesa di sforzarmi di comportarmi anche io con maggiore affidamento.
ciao
Ale

Anonimo ha detto...

eugè,anke io ho qla matita!e qdo l'ho ricevuta ho pensato ad una cosa.Anni fa per un'amica...diciamo "in discernimento"...iniziai una saga...per alcuni anni, ad ogni occasione (compleanno, Natale, Pasqua e altre) le regalavo una matita particolare accompagnata da un capitolo del libricino "Il Profeta del Vento" di Stefano Biavaschi,e iniziai la serie con un biglietto (antecedente alla mia consocenza della frase di Madre Teresa): "perchè tu possa essere una matita nelle mani di Dio ed Egli possa così disegnare il tuo progetto" o qualcosa del genere...proprio xkè noi non OSSERVIAMO Dio scrivere il nostro progetto...Lui ci muove...ma noi scriviamo...il confine sembra filosoficamente sottile, ma non lo è così tanto...credo io...baci

The Prophet and the Wind ha detto...

Ciao!!
Grazie per quello che hai scritto!!
Volevo segnalarti l'indirizzo del mio sito:
www.ilprofetadelvento.it
E grazie ancora per la tua sensibilità!!
Stefano Biavaschi
:-)